Passaggio 1

Scritto il 01 Ottobre 2012

Le parole per dirlo

Marie Cardinal

Le parole per dirlo

Tascabili Bompiani

 

“Le parole per dirlo” di Marie Cardinal è un’autobiografia intensa e appassionante che ripercorre l’esperienza analitica dell’autrice iniziata negli anni ’60 all’età di trent’anni.

Quando si presenta per la prima volta nello studio dell’analista, Marie è completamente avvolta in una sofferenza psichica che si manifesta attraverso blocchi corporei e continue ed inspiegabili emorragie mestruali che la privano di ogni  forza. Tutte le strade fino ad allora percorse sembrano non avere  altra soluzione che l’ospedale psichiatrico. Marie è imprigionata nel dolore e nella confusione del corpo e dell’anima.

La malattia psichica di Marie non viene mai chiamata con un nome preciso. Viene definita la Cosa un oggetto oscuro, divorante “ uno sconosciuto che ti vuole male e che ti sta sempre alle costole” che la allontana dagli affetti e dalla vita.

La prima ed immediata conquista dopo l’inizio delle sedute è la scomparsa del flusso emorragico a cui faranno seguito sette lunghi anni di incontri, tre volte alla settimana, in un vicolo al centro di Parigi con “quell’ometto” che l’accompagnerà lungo un viaggio verso territori inesplorati, dolorosi, sconvolgenti.

Marie si cala nella complessità dell’impegno terapeutico ricostruendo la sua storia personale vissuta tra Algeri e Parigi; il rapporto con il padre di cui conserva tracce sbiadite e quello con la madre, irraggiungibile e distaccata,  alla quale riesce a strappare qualche segnale di affetto soltanto adeguandosi ad un’immagine di donna remissiva e tradizionale.

 

"Ho cominciato a parlare di mia madre e non ho più smesso, fino alla fine dell’analisi. In tutti questi anni non ho fatto altro che calarmi in lei come in un burrone senza fine. Così sono riuscita a conoscere la donna che lei avrebbe voluto che fossi… E’ tra la donna che lei avrebbe voluto generare e me che la Cosa si è insediata."

Nell’analisi Marie è accompagnata ad attraversare proprio quei terremoti che hanno sconvolto la sua esistenza: l’abbandono, la solitudine, il non accudimento mentale ed affettivo, l’annientamento di sé. E quel ricordo indelebile di quando ancora bambina, in mezzo alla strada, con parole agghiaccianti la madre le rivela, noncurante della sua sensibilità, di quanto fosse stata una figlia indesiderata, fardello insopportabile di cui con tutte le forze aveva cercato di liberarsi.

 

“ Se solo avessi saputo quanto male stava per farmi, se invece di una vaga premonizione avessi potuto immaginare quale profonda ferita stava per infliggermi, certamente avrei cacciato un urlo”

 

Ogni sentimento inespresso trova il suo spazio nel setting  psicoanalitico attraverso le parole.

Quelle “Parole per dirlo” mai trovate fino ad allora che assumono forma, che colpiscono per la loro potenza espressiva in quanto capaci di stringere in un insieme di lettere significati profondi.

Ed è tra i collegamenti di parole, la loro relazione, il loro uso, il loro colore, la loro origine la loro durata, il loro spessore, la loro assenza durante le sedute che si affaccia la vita inconscia di Marie.

 

"Non riuscivo a convincermi che con l’aiuto delle mie sole parole, avrei cancellato definitivamente un tale smarrimento, un male così profondo, un tale disordine devastatore, una tale paura continua."

 

Le parole divengono il fattore terapeutico principale che permetterà a Marie di andare all’origine, di ritrovare il luogo simbolico dove si nasconde il suo dramma e di procedere nel lavoro analitico che svilupperà nuovi scenari psichici fino a quando il carico negativo delle sue vicende non si sfalderà e diventerà più autentico, capace di realizzare la propria personalità profonda.

L’opera della Cardinal offre al lettore, anche al più sguarnito dei fondamenti della psicologia, la possibilità di calarsi nella complessità dell’impegno terapeutico, di assistere dall’interno al processo di autodeterminazione della protagonista che sarà in grado di recuperare la congruità verso il mondo esterno, la spontaneità creativa diventando una affermata scrittrice e trovando forme di evoluzione e sviluppo intime e personali.

Dal 1975, data di pubblicazione del libro, il movimento psicoanalitico è andato incontro ad una espansione e diversificazione modificando l’approccio tra il terapeuta e il paziente ma lasciando inalterata l’essenza dell’analisi: un viaggio irripetibile, non riproducibile che scaturisce dall’incontro tra due persone e dalla disponibilità di entrambi.

Seguendo questa prospettiva la lettura di “Le parole per dirlo”  rimane, a distanza di anni, una esperienza unica e irripetibile per chi vuole percorrere o ha già intrapreso la Via dell’analisi.

 

 


Commenti

sonia Ha scritto 29 Novembre 2012 alle ore 12:25:25

Credo che questo libro sia quello che mi appartine di più, anche se con percorsi diversi la realtà del rapporto con mia madre è con lo stesso dolore. Grazie di averlo segnalato Sonia


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