YOUTH - LA GIOVINEZZA

Scritto il 07 Giugno 2015

Youth
YOUTH - LA GIOVINEZZA.
Non mi è dispiaciuto. Non cercavo risposte, non cercavo prospettive.
Tuttavia mi è sembrato un film esagerato. Troppo, troppo, troppo farcito di cose. Tutto quello che poteva metterci Sorrentino in questo film ce l'ha messo. Il suicidio, in finale buonista e a sorpresa, Venezia, un falso Maradona, l'amore con lo scalatore... Ci ha infilato pure un omaggio alla bandiera italiana! (Quando Fred e Mick sono in funivia: uno è vestito completamente di verde, l'altro di rosso e tra di loro c'è il bianco delle nuvole e dei monti).
Due scene avrei volentieri tagliato: la prima quella in cui Fred dirige le ipotetiche campane delle vacche e le vacche stesse; l'altra (sullo stesso stile) quando Mick rivive tutte le donne che ha diretto nei suoi films. Troppo didascaliche. 
Non so se Sorrentino abbia letto "La forza del carattere. La vita che dura" di James Hillman. Se l'ha fatto non l'ha meditato bene, l'avrebbe aiutato nella costruzione di dialoghi più efficaci, meno a effetto e meno ovvi.
Inoltre, se lo stile di Sorrentino contribuisce in maniera determinante alla costruzione dei suoi films, in questo caso particolare risulta ingombrante. Troppo, ancora troppo sovrapponibile al film che ha vinto l'Oscar con i suoi cori (David Lang merita attenzione) e le sue scene raffinatissime ma scontate. 
Eppure se ci ostiniamo a voler togliere tutto rimane sempre e comunque la malinconia (cosa rara tra i registri italiani a parte il grande Moretti). Una malinconia palpabile, indiscutibile, necessaria. Malinconia che aleggia sempre tra i suoi personaggi o fa da sfondo alle scene. 
YOUTH non è un film sulla vecchiaia e neanche sulla giovinezza, è un film sulla stanchezza di vivere, sulla voglia di assentarsi, di scrivere la parola fine.

 


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